«Mi chiamo Nicolò. E tu?» «Hammudi» dice, indicandosi. «Siria.»
È sfuggito alla guerra, è sopravvissuto al mare, ma il suo sorriso è enorme. Nicolò sente che rischierebbe tutto, per non spegnere quel sorriso. Intorno a loro si estende l’hotspot di Samos, un posto che assomiglia all’inferno, in cui i profughi vivono ammassati nelle tende, senza acqua né luce, tra cumuli di immondizia.
Per Hammudi e gli altri bambini del campo anche le cose più semplici, come giocare a palla o mangiare una pizza, sembrano impossibili.
Nicolò è solo un volontario, ma di una cosa è convinto: il mondo, lui, lo vuole cambiare. Così decide di combattere il pregiudizio e l’omertà che circondano l’hotspot: vuole aprire una scuola, una scuola vera, un posto in cui i piccoli rifugiati possano finalmente sentirsi al sicuro.
Imparando ad ascoltare, a perdonare e a credere nei propri sogni, Hammudi si lascia alle spalle gli orrori del passato e scopre, insieme a Nicolò, che la casa non è una questione di mura, ma di cuore, e la paternità non ha a che fare col sangue, ma con la fiducia.
Con lo sguardo di chi vive ogni giorno sulla propria pelle le ferite più scottanti della nostra attualità, Nicolò Govoni ci racconta l’esperienza luminosa e piena di coraggio di un bambino senza futuro e di un ragazzo che lotta per ridargli speranza. II ricavato di questo libro è servito a costruire una scuola per bambini profughi in Turchia.
Nel frattempo Nicolò, insieme al suo team, ha fondato Still I Rise, organizzazione indipendente attiva anche in Siria e in Kenya, dove è in corso l’apertura della prima scuola internazionale per bambini profughi e dimenticati dell’Africa.