Il Paradosso della Sfinge

di Martina Moyola Espen e Valeria Pinti. Nulla die Edizioni

 

“Una signora mi sorride, poi guarda la mia mamma e fa: «Ma da dove viene questa bella bambina che non le assomiglia per niente?»

Mia mamma le sorride con un solo lato della bocca, come quando la nonna vuole comprarmi le gomme…Finalmente si apre una delle tante porte chiuse di quel corridoio lunghissimo e una signora viene fuori.

La dottoressa con il sorriso falso mi chiede se mi va di disegnare. Cos’altro dovrei fare là dentro? Devo rispondere sì, e rispondo sì.

«Sai cosa mi farebbe proprio piacere? Se tu disegnassi la tua famiglia. Mettici chi vuoi, ma mi piacerebbe vedere anche te nel disegno, che dici?» … 

 

Alla fine prendo il rosa carne e comincio a fare una faccia, poi due e poi tre. Le faccio vedere il disegno e mi dico, bene, sono stata brava, ora il gelato.

 

«Ah, che bel disegno», fa lei «Non vuoi metterci nessun altro» …

 

E poi capisco, capisco tutto, devo mettere quella mamma da cui vengo, ma non so chi è.”

Trento, 22 settembre 1991.

 

 

A scrivere è una delle due protagoniste di questo diario parallelo, mentre lontana nel tempo e nello spazio un’altra mano riempie le pagine dei propri pensieri.

L’accostamento di questi due flussi di coscienza ci fornisce un doppio punto di vista sull’adozione. “Una storia un po’ complicata, una storia sbagliata, scrivono le autrici prendendo in prestito le parole a Fabrizio de André.

Cosa lega le due donne di questo libro, lasciamo siate voi a scoprirlo. Clara