Lo scoglio linguistico è una delle preoccupazioni che maggiormente assilla i neogenitori in partenza per i Paesi lontani che custodiscono i loro figli. Ci capiremo? Riusciremo a comunicare? Certamente questa preoccupazione esprime solo la superficie di un timore ben più profondo: sarò in grado di prendermi cura adeguatamente di mio figlio? Tuttavia l’esperienza testimonia che anche in casi in cui la lingua d’origine del figlio sia lontanissima (penso al cinese, al vietnamita, all’hindi…) la comunicazione dei primi momenti avviene senza alcun intoppo, qualunque sia l’età del bambino. Il miracolo avviene perché l’uomo è un essere naturalmente comunicativo e non ha bisogno di una lingua per farlo, basta il linguaggio: i gesti, le espressioni, i versi… tutto il corpo del bambino parla e soprattutto, se le parti desiderano farsi capire reciprocamente, la comunicazione ha tutte le carte in regola per avere successo.
Con l’arrivo in Italia però la lingua diventa una questione da non sottovalutare, soprattutto per controllare la necessaria frustrazione che l’incomprensione con gli “altri” potrebbe suscitare nel bambino. Esistono strumenti libreschi per supportare questo momento? Se il bambino è già scolarizzato le stesse maestre e la scuola potrebbero fornire gli strumenti adatti: vocabolari bilingue innanzitutto e magari strumenti digitali e online per la traduzione simultanea (almeno per la prima fase!).
Se il bambino è più piccolo la lingua è tutta da costruire (e non parliamo solo di parole, badate!). Ecco alcuni strumenti utili.
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👉 Fino ai 2 anni:
proponete immagini semplici, riconoscibili e stereotipate, servitevi del gesto e scandite bene le parole. Se le immagini riproducono l’orizzonte della quotidianità desteranno naturalmente l’interesse del bambino. Se il bambino è molto piccolo, non fatevi prendere dalla fretta e incominciate a giocare con i rumori, per favorire la lallazione:
1️⃣ 📕Lupo in versi di Eva Rasano
http://bit.ly/2GeFeI6
2️⃣ 📗Mille cose di Anna Kövecses
http://bit.ly/2V23aI3
3️⃣ 📘I volumi della collana Scorri e gioca di Nathalie Choux – http://bit.ly/2V3RFQq
👉 Tra i 3 e i 5 anni.:
Intorno a questa età le frustrazioni dei genitori aumentano esponenzialmente (io ne sono stata la prova vivente): parla? Non parla? Perché non parla? Parla male? Parla bene? Oltre naturalmente a farsi seguire da chi di dovere, intorno a questa età la parola d’ordine è semplicemente “leggere”. Leggete insieme belle storie e il bambino introietterà, gradualmente, lessico e struttura linguistica. Se volete ampliare il lessico o avete necessità di uno strumento che vi aiuti preferite gli immaginari (libri con una immagine grande e una parola semplice sotto):
1️⃣📕Sul prato di Giovanna Zoboli e Philip Giordano, Topipittori
http://bit.ly/2Gl8rBb
2️⃣ 📗 Aggiungo una chicca fuori catalogo che potrete recuperare in biblioteca: 1500 parole e immagini, Fabbri Editori.
👉Tra i 6 e i 7 anni:
A questa età è probabile che i bambini siano scolarizzati, ma ancora non in grado di leggere e scrivere correttamente. Aiutateli con le immagini e con strategie mnemoniche, come ad esempio raggruppamenti semantici di parole:
1️⃣📕 La mia prima enciclopedia di Alain Grée,
http://bit.ly/2ZmKD8z
2️⃣ 📗ABC XYZ di Adrienne Barman
http://bit.ly/2GlZZSo
3️⃣ 📘Welcome to my house di Gaia Stella
http://bit.ly/2V435Uo
👉 Oltre i 7 anni:
A questa età è fondamentale fidarsi e affidarsi alla scuola. Di fronte però alla fatica immensa di apprendere una lingua, mostrate ai vostri figli quante risorse comunicative possiedono, rassicurandoli e incoraggiandoli, e mostrategli la bellezza di conoscere le parole:
1️⃣📕 642 idee per disegnare (attenzione prendete l’edizione Junior!) di 826 Valencia,
http://bit.ly/2Is1G4b
2️⃣ 📗 Lost in translation di Ella Frances Sanders,
http://bit.ly/2KMOYid
Testo e ph di Scaffale Basso