In questo romanzo la voce narrante è quella di una bambina, Flora, che, dopo essere passata, con il fratello Julian, da una famiglia affidataria all’altra, viene infine adottata.
Flora sa di avere finalmente trovato la sua PERSONA (mamma è il nome con cui ha chiamato troppe donne che sono passate nella sua vita e che poi se ne sono andate, mentre Persona ha promesso di esserci PER SEMPRE), ma è comunque difficile vincere la prova della fiducia nella sua nuova famiglia. Ancora più difficile è affrontare la sfida più grande di tutte, quella dell’accettazione della propria storia e delle proprie origini, soprattutto quando si è convinti di non essere mai nati…
A questo punto inizia la missione di Persona: quella di aiutare i fratellini Flora e Julian a ripercorrere a ritroso la strada che li ha portati fino a lei e così ricucire la loro storia spezzata.
Sara lo consiglia a chi vuole provare ad entrare nella testa e nel cuore di un preadolescente che spesso non riesce a trovare le parole per raccontare le proprie emozioni. Questo romanzo ci aiuta anche a riflettere sul significato di “famiglia”, in tutte le sue accezioni: perché le famiglie non sempre sono quelle in cui si è nati, a volte possono separarsi, ma sono sempre quelle in cui si impara a coltivare affetti e relazioni.